10 settembre 1979: il concerto di Patti Smith e la fine dell’innocenza. Un ricordo

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di Giuseppe Vigna (Firenze)

[Le parole evidenziate nel testo rinviano a link esterni elencati in fondo alla pagina]

 

Firenze, 10 settembre 1979: in attesa del concerto (dalla fotogalleria su "La Repubblica - Firenze.it")

La memoria è confusa, ma non per gli anni passati da allora. Ad esempio ricordo meglio il concerto degli Henry Cow a Firenze, un paio d’anni prima, alla Casa del Popolo “25 Aprile”, in via del Bronzino. Quello di Patti Smith il 10 settembre 1979, a Firenze, era il primo dei concerti epocali, dei grandi eventi che da allora in poi avrebbero significato il ritorno del rock in Italia. Per anni la musica dei giovani era proibita qui da noi: i disordini per i concerti, le “autoriduzioni”, gli sfondamenti per non pagare il biglietto, il “riprendiamoci la musica”, avevano fatto sì che le stelle del rock a lungo disertassero il nostro paese per motivi di ordine pubblico.

 

Così un’intera generazione dovette accontentarsi di potere seguire dal vivo solo il meglio del jazz e della “new music” del tempo. Pensate un po’ che c’erano migliaia di persone pronte ad ascoltare e ad applaudire con calore l’Art Ensemble Of Chicago, Anthony Braxton, Max Roach e Archie Shepp, presenze così numerose oggi decisamente impensabili, che anche se fossero state lì solo per caso forse sarebbero state anche più stimolate nel confronto con le sonorità così “sperimentali” del tempo, chissà?

 

Firenze, 10 settembre 1979: Patti Smith in concerto (dalla fotogalleria su "La Repubblica - Firenze.it")

Torniamo a Patti Smith e al suo concerto che fece da spartiacque. A migliaia arrivarono allo Stadio Comunale di Firenze, per trovarsi di fronte a un palco di dimensioni minime, come era minimo l’impianto audio, niente di paragonabile alle produzioni faraoniche di oggi, alle colonne di tir che anticipano l’arrivo dei beniamini del rock o ai megaschermi che ti permettono di vedere bene dalla prima all’ultima fila. Io arrivai tardi, poco prima che la musica iniziasse, ero seduto lontano e la distanza contribuì ad allontanarmi dal concerto, così come il repertorio che partiva da quello che era allora il suo disco nuovo, Easter, sicuramente non il suo migliore. Anche la Smith fu stupita e sopraffatta da  quella moltitudine assetata di vibrazioni, la mise in crisi e da lì a poco si ritirò per qualche anno dalle scene, e mise in crisi anche me.

 

 

A ripensarci forse avevo capito che amo una dimensione della musica dal vivo più raccolta, dove ogni particolare risalta ed è vissuto in diretta, sotto gli occhi, e non lo vedi solo guardando uno schermo gigantesco posto alle spalle o al lato di chi suona. Eppure adoravo e adoro Patti Smith e ho vissuto con gioia i suoi ritorni a Firenze – una città che Patti porta nel cuore – come il concerto in piazza Santa Croce di tre anni fa (10 settembre 2009) dove ha ripercorso la sua carriera, con tanto di Gloria e Redondo Beach. Ma del suo concerto del 1979 ho davvero pochi ricordi, mi pare ci fosse una bandiera americana sul palco, ma tutto ora mi sembra lontano, sfuocato …

 

 

Letture di approfondimento

  • Dave Thompson, Dancing Barefoot. The Patti Smith Story, Chicago, Chicago Review Press, 2011 [online]

 

Elenco dei link in ordine di citazione (il loro funzionamento è stato verificato il 10 settembre 2012):


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