5 ottobre 1600: la corona da regina per una principessa di casa Medici

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di Stefania Vasetti (Firenze)

[Le parole evidenziate nel testo rinviano a link esterni elencati in fondo alla pagina]

 

 

Franz Pourbus il Giovane, Ritratto di Maria de’ Medici, 1610. Museo de Bellas Artes de Bilbao. España

Quando il 5 ottobre 1600 Firenze e il suo contado sentirono risuonare cento colpi di cannone sparati dal Forte Belvedere, seppero che finalmente Firenze poteva vantare una regina tra le sue donne illustri. L’onore di diventare la sposa del re di Francia, Enrico IV di Borbone, era toccato a quella che fino ad allora poteva considerarsi la ‘cenerentola’ di casa Medici: Maria (Firenze 1573- Colonia 1642), figlia del secondo granduca Francesco I e di Giovanna d’Austria, rimasta orfana in tenera età. Dei numerosi figli della coppia erano rimasti in vita Eleonora, andata sposa al duca di Mantova, e Maria, ventisettenne, per la quale si prospettava la possibilità di rimanere ‘single’, benché il suo aspetto non fosse affatto sgradevole: alta e dai bei lineamenti regolari, aveva tutti i requisiti per un buon matrimonio. La coppia granducale al potere, Ferdinando I e Cristina di Lorena, aveva figlie ancora molto giovani. Quando dunque si aprì la gara tra le corti europee per offrire al re di Francia una sposa, la candidata fiorentina fu Maria.

 

I signori di Firenze non potevano vantare un lignaggio principesco: i Medici, prima duchi e poi granduchi (da circa trent’anni), erano visti sempre come “mercanti”. È vero che in Maria scorreva, grazie alla madre Giovanna, il sangue degli Asburgo, ma ciò non bastava a porla alla pari con le candidate delle altre casate europee. In casa Medici scorreva, però, qualcosa di molto appetibile: una ‘linfa aurea’ che aveva soccorso il re di Francia in più occasioni, tanto che il debito della corona francese con i banchieri fiorentini era di circa un milione di ducati d’oro.

Le trame diplomatiche per dare una regina a Enrico, cresciuto ugonotto, iniziarono fin da quella conversione al cattolicesimo che gli aveva garantito la legittima sovranità sulla Francia (“Parigi val bene una messa”); si intensificarono dopo l’annullamento del matrimonio con Margherita di Valois. I Medici erano intervenuti nelle pratiche per la concessione del divorzio tramite il cardinale Alessandro de’ Medici, che presiedette la congregazione del 10 novembre 1599 in cui fu discussa la questione. Da subito si attivarono per coronare una politica filofrancese che aveva avuto in passato altri importanti episodi, come il matrimonio di Caterina de’ Medici con Enrico II di Valois, e le stesse nozze di Ferdinando I con Cristina di Lorena: la figlia di Francesco I sarebbe stata – questo il loro auspicio – la seconda regina fiorentina sul trono di Francia. Le trattative matrimoniali si protrassero per più di un anno e furono condotte come una partita a poker, dove era consentito anche bluffare, fino a che nell’aprile del 1600 si arrivò all’accordo: la dote ammontava a seicentomila ducati, contro il milione richiesto dalla Francia.

 

Carolus Duran, Il Trionfo di Maria de’ Medici, 1875-1855. Parigi, Museo del Louvre (immagine tratta dalla «John Singer Sargent Virtual Gallery»)

Il matrimonio avvenne solo in ottobre, perché il re di Francia era impegnato in una nuova guerra contro il regno sabaudo. Firenze visse quei mesi in un clima di grande euforia e di fervidi preparativi per organizzare una sontuosa festa, degna del prestigio internazionale guadagnato dalla città con quelle nozze così ambite. Da tutta Europa erano previsti arrivi di ospiti illustri. Chissà se, in quei mesi, giunsero all’orecchio della futura sposa le voci dei numerosi tradimenti patiti dalla precedente moglie di Enrico, delle tantissime storie d’amore del re di Francia che, indipendentemente dagli accordi che i suoi diplomatici faticosamente intessevano, faceva contratti matrimoniali con le sue amanti. Il 5 ottobre, finalmente, il cardinale Pietro Aldobrandini, rappresentante del papa Clemente VIII, celebrò in Duomo le nozze per procura, come era consuetudine. Fu lo zio e granduca Ferdinando I a fare le veci dello sposo e a mettere al dito della nipote un prezioso diamante, dono del sovrano. I festeggiamenti della giornata culminarono con un fantasmagorico banchetto nella sede di maggior rappresentanza del potere mediceo: il Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. Il convito fu caratterizzato da una quantità smisurata di portate realizzate con tutta l’inventiva e la genialità di un Buontalenti e di un Giambologna. Alle fantasie teatrali dell’architetto fecero da contraltare, infatti, le geniali statue di zucchero dello scultore. Il tutto diretto da Giovanni del Maestro, maggiordomo del granduca, e dettagliatamente descritto da Michelangelo Buonarroti il Giovane (nella sua Descrizione delle Felicissime Nozze della Cristianissima Maestà di Madama Maria Medici Regina di Francia e di Navarra edita a Firenze nel 1600). La Sala, illuminata da uno straordinario numero di lumi artificiali, era decorata anche dalle due tele con i matrimoni di Caterina e Maria de’ Medici, realizzate per l’occasione da Jacopo da Empoli, a testimonianza dei buoni rapporti tra le due corti. I due quadri, dopo essere stati per molti secoli separati, sono stati riuniti nel 2006, per volontà del Soprintendente uscente Antonio Paolucci, e si trovano adesso ad accogliere i visitatori degli Uffizi.

 

I festeggiamenti continuarono nei giorni successivi fino all’imbarco di Maria da Livorno, il 16 ottobre, alla volta di Marsiglia. La giovane incontrò il marito solo il 9 dicembre e la cerimonia che sancì definitivamente il matrimonio avvenne il 17 dicembre. Maria dette sei figli a Enrico, di cui uno, Luigi, sarebbe divenuto re di Francia dopo il padre. Rimasta vedova nel 1610, dovette affrontò un difficile periodo di reggenza in nome del figlio. Nel 1631 perse ogni autorità e si rifugiò nei Paesi Bassi. Morì a Colonia il 3 luglio 1642.

 

Letture di approfondimento

  • S. Mamone, Firenze e Parigi: due capitali dello spettacolo per una regina, Maria de’  Medici, Milano, Silvana  editoriale, 1988.
  • F. Cosandey, La reine de France: symbole et pouvoir, XVe-XVIIIe siècle, Paris, Gallimard, 2000.
  • Maria de’ Medici (1573-1642). Una principessa fiorentina sul trono di Francia, a cura di C. Caneva, F. Solinas, Livorno, Sillabe, 2005.
  • F. De Luca, Le nozze di Maria de’ Medici con Enrico IV. Jacopo da Empoli per l’apparato di Palazzo Vecchio, Firenze, Polistampa, 2006.
  • Le donne Medici nel sistema europeo delle corti (XVI-XVIII secolo), a cura di G. Calvi, R. Spinelli, Firenze, Polistampa, 2008.

Elenco dei link in ordine di citazione (il loro funzionamento è stato verificato il 5 ottobre 2012):


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