Per quiete della città: l’istituzione della truppa civica di Firenze l’11 aprile 1780
«Annali di Storia di Firenze», III (2008), pp.245-298.

Attraverso la comparazione di due provvedimenti, quelli istitutivi della truppa civica senese (1778) e fiorentina (1780) – quest’ultimo qui integralmente trascritto – il riformismo leopoldino appare dipanarsi secondo direttrici e obiettivi non omogenei: a Siena con il pieno coinvolgimento del ceto dirigente locale e con l’esautorazione di colui, Francesco Maria Gianni, che a stretto contatto con il granduca aveva ideato la riforma; a Firenze tornando a riconoscere al Gianni il ruolo di indiscusso capofila dei lavori preparatori della legge. Le truppe civiche vengono istituite in diversi luoghi del Granducato: se vi sono indubbi punti di contatto con il sistema delle bande territoriali, l’impianto delle nuove milizie (mai peraltro approfonditamente indagato) ha alla base un’idea nuova di comunità e di suddito, responsabilizzati nell’ambito della sorveglianza sulla vita della città e sulle occasioni di sociabilità urbana in particolare. Su di esse si aprono squarci preziosi, che danno la misura sia delle contraddizioni che una truppa con mansioni sull’ordine pubblico e costituita da ‘nazionali’ poteva produrre, sia delle forti tensioni che agitavano la società toscana.


For the Peace of the City: Establishing a Civic Troop in Florence on 11 April 1780

When comparing two provisions, those to establish a civic troop in Siena (1778) and those to do the same in Florence (1780) – the latter has been integrally transcribed here – the spread of Leopoldine reformism can be seen through heterogeneous routes and objectives. In Siena, it took place with the full involvement of the local managing class and the removal from power of the person – Francesco Maria Gianni – who had worked in close contact with the Grand Duke to develop the reforms. In Florence instead, Gianni was recognised as the undisputed leader of the work carried out to prepare this law. Civic troops were established in different locations in the Grand Duchy. If there were any undisputable points of contact with the system of territorial bands, the establishment of these new militias (which, amongst other things, have never been fully explored) was based on a new concept of community and subjects, who gained new responsibilities in terms of safeguarding the life of the city and urban social events in particular. Singular insights can be drawn from here, providing a measure of both the contradictions which a troupe with public order duties and comprised of ‘nationals’ could produce and of the strong tensions to which Tuscan society was subjected at the time.


Aurora Savelli è assegnista presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Firenze. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Storia e Civiltà dell’Istituto Universitario Europeo. Ha pubblicato numerosi saggi di storia senese e coordinato, a Siena e a Firenze, progetti didattici di storia locale. È appena uscita la sua monografia Siena. Il popolo e le contrade (XVI-XX secolo), Firenze, Olschki, 2008. Ha curato i seguenti volumi: Contradaioli di accesa passione. Il Comitato Amici del Palio nel secondo dopoguerra senese, Siena, Comitato Amici del Palio, 2005; Uomini e Contrade di Siena, Siena, Comune di Siena, 2004 (con L. Vigni); Proprietari e inquilini, «Quaderni storici», 113 (2003)
(con F. Benfante); Essere popolo. Prerogative e rituali d’appartenenza nelle città italiane d’antico regime, «Ricerche storiche», 2002, nn. 2-3 (con G. Delille). È coordinatrice di «Storia di Firenze. Il portale per la storia della città» ed è membro del Consiglio d’Indirizzo della Fondazione Musei Senesi.


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