Bonaccorso Pitti
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Bonaccorso Pitti nasce a Firenze il 25 aprile del 1354 da Neri di Bonaccorso Pitti e Curradina di Giovanni di Ubertino degli Strozzi.
Discende da proprietari di terre della Valdipesa  emigrati a Firenze nel sec. XIII che fecero fortuna con la manifatura delle stoffe di lana. La sua famiglia da tempo in vista nel tessuto urbano fiorentino ebbe accesso alla signoria per la prima  volta nel 1283. Da lì in avanti membri di essa ne fecero regolarmente parte.
Bonaccorso si oppose al regime delle arti (1378-82) confermando la sua fama di buon conservatore guelfo. Vincolato a parentele  onorevoli e rinomate conobbe la Francia e la corte reale in occasione della sua vita di affari. Nel 1396 interruppe la sua attività mercantile all’estero e si dedicò alla fabbricazione di stoffe a Firenze. Sposato a Francesca di Luca di Piero degli Albizi, dal 1399 fu membro attivo del reggimento: priore nel 1404, dei collegi nel 1398, 1403 e 1405, gonfaloniere di giustizia nel 1422. Fu inoltre capitano di Pisa e di Pistoia, vicario della  Valdinievole, podestà di san Gimignano e di Montepulciano.
Si distinse per una brillante carriera politica al servizio dello stato che ne sfruttò le qualità diplomatiche inviandolo come ambasciatore presso potentati europei: in Francia nel 1396 e 1407 in Germania nel 1401 a Roma nel 1410 a Venezia nel 1421. Si sommano in lui virtù cittadine e retaggi cavallereschi, il piacere del gioco e della brigata tipici del suo rango, le qualità civili, l’onore e il senso dello stato.
Mercante, uomo politico, ambasciatore, scrittore e verseggiatore Pitti cominciò a scrivere per affermare il diritto della sua famiglia a partecipare alla gestione dello stato in un periodo in cui la loto presenza era fortemente messa in discussione dalla consorteria dei Ricasoli. La cronaca è redatta sulla base di fonte orali e su documenti scritti e ufficiali.
A una iniziale genealogia segue il racconto della sua  partecipazione alla congiura contro il regime delle arti minori in cui rivela fedeltà agli ideali oligarchici e alla parte guelfa. Prevalgono il tema delle origini e quello delle avventure europee. La sua cronaca affianca fatti personali (per lo più ricordi di viaggio, episodi “alti” degni della sua stirpe nobile) e episodi di cronaca ai quali egli dovette assistere in prima persona. In essa tiene conto anche delle numerose ambascerie a cui partecipò con altri eminenti cittadini fiorentini. Il racconto è ricco di suggestioni cavalleresche (amori avventurosi, motteggi, episodi di gioco d’azzardo, partecipazione tumultuosa alle occasioni d’armi, ostentazione di nobiltà e lusso) che allontanano il Pitti compiaciuto e orgoglioso del suo alto status, dalla prudenza borghese di un Morelli o di un Dati.
Al termine della cronaca segue un elenco ordinato delle cariche amministrative per il territorio dello stato fiorentino.

Opere
I Ricordi di Bonaccorso Pitti , a cura di A. Bacchi della Lega, Bologna Romagnoli 1905;
Cronica, in Mercanti scrittori, a cura di V. Branca, Milano, Rusconi 1986.

Studi su Bonaccorso Pitti
L. Bonfigli, Bonaccorso Pitti per la via d’Alamagna, Archivio per l’Alto Adige, 1907;
V. Branca, Per il testo dei “Ricordi” di Bonaccorso Pitti , in «Filologia e critica», X (1985), fasc. II-III, pp. 269-290;
Brucker, G.-Martines, J. (a cura di), Two Memoirs of Reinassance Florence. The Diaries  of Buonaccorso Pitti and Gregorio Dati Harper Torchbooks, New York, 1967;
G. Gallavresi, Bonaccorso Pitti scudiere del genero di Gian Galeazzo Visconti, «Archivio Storico Lombardo» VI (1922), 59;
L. Mirot, Buonaccorso Pitti aventurier, jouer et diplomate, Paris, 1932;
M.G. Orfei, Il codice di Bonaccorso Pitti “Ricordi” e libro di famiglia, Ldf. «Bollettino della ricerca sui Libri di Famiglia», II (gennaio-aprile 1990), n. 4, pp. 21-24;
L. Pandimiglio, “Pigliate esempro di questo caso” L’inizio della scrittura di Bonaccorso Pitti, «Lettere Italiane», XXXIX (1988), pp. 161-175;
Postille marginali autografe e passi rigettati nel manoscritto della storia del Pitti, «Archivio Storico Italiano» I (1842), pp. 205-210;
E. Rodocanacchi, Un aventurier florentin, Bonaccorso Pitti, «Bulletin Italien» 2 (1902), pp. 257-279.