14 ottobre 1934: esce il primo numero de «L’Avventuroso» dall’Editrice Nerbini

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di Leonardo Raveggi (Portale Storia di Firenze)

 

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Il primo numero de «L’Avventuroso»

Il 14 ottobre 1934 compare nelle edicole italiane il primo numero di un giornale per ragazzi dal titolo «L’Avventuroso. Grande settimanale d’avventure». La grafica della testata, opera di Giorgio Scudellari, mostra, affiancati al titolo del giornale, i profili di un uomo di colore, di un pellerossa, di un asiatico e di un poliziotto americano, a indicare che la pubblicazione intende ospitare tutto quello che è ritenuto ‘esotico’ dal pubblico del tempo. Nelle otto pagine del primo numero de «L’Avventuroso» appaiono per la prima volta la serie di fantascienza Flash Gordon ad opera di Don Moore e Alex Raymond, il Jungle Jim sempre di Raymond e due serie poliziesche: Agent X-9, disegnata ancora da Raymond su testi di Dashiell Hammett, e Radio Patrol di Eddie Sullivan e Charlie Schmidt. Si tratta delle serie di daily strips (strisce giornaliere) e sunday pages (tavole domenicali) di maggior successo tra quelle pubblicate in quegli anni sui quotidiani negli Stati Uniti. A queste si aggiungeranno nei numeri successivi altri ‘pilastri’ quali Mandrake di Lee Falk e Phil Davis, Phatom (l’Uomo Mascherato) di Lee Falk e Ray Moore e il Prince Valiant di Hal Foster.

La pubblicazione, dal costo di trenta centesimi, è edita dalla casa editrice fiorentina Nerbini che, diretta da Mario, figlio del fondatore Giuseppe, ha sede in via Faenza e già pubblica con successo da quasi due anni il settimanale «Il Giornale di Topolino». «L’Avventuroso» è una pubblicazione da tutti i periodici per ragazzi visti finora nelle edicole della penisola. L’editore, acquisendo queste nuove licenze da Guglielmo Emanuel, agente per l’Italia del King Feature Syndicate, si è reso conto di non poterle ospitare né su «Topolino» né su altri periodici dichiaratamente per un pubblico infantile trattandosi di storie pensate per gli adulti e caratterizzate da toni forti e realistici. Nerbini quindi, ispirandosi ai coloratissimi supplementi domenicali dei newspapers americani, crea un giornale completamente nuovo, di grande formato (43×32 cm), che alterna pagine a colori (solo la prima e l’ultima) ad altre in tricromia e in bianco nero. Anche la data di uscita scelta, di poco successiva alla riapertura delle scuole, è un segnale di rottura rispetto alla tradizione italiana di far debuttare nel periodo natalizio i periodici per l’infanzia. Nel settimanale dello spazio è riservato anche ai racconti in prosa e a fumetti di produzione italiana, utilizzati sostanzialmente come riempitivo.

Un “Albo” di Mandrake edito da Nerbini

Nonostante il giornale sia piuttosto povero, limitandosi alla sola traduzione, approssimativa e con tagli, delle tavole a fumetti americane, questo si rivela immediatamente un successo strepitoso. I giovani del tempo si trovano infatti davanti per la prima volta una pubblicazione che diverte, non intrisa di contenuti edificanti ed educativi.

Il successo del settimanale crea anche un nuovo binario editoriale, quello degli albi che, in formato orizzontale e con una paginazione più corposa, ripropongono come racconti completi le serie già apparse sui “giornali”. Gli albi hanno una diversa distribuzione e oltre che nelle edicole sono in vendita anche nella cartolerie e in altri esercizi commerciali, restando disponibili anche per diversi anni e dando inizio all’abitudine di conservare e collezionare.

Sull’onda del successo del settimanale – alcune fonti parlano di una tiratura massima che sfiora le 500.000 copie – anche gli altri editori ‘americanizzano’ le loro testate e cercano di acquisire le serie migliori. Guglielmo Emanuel vende separatamente i diritti delle Sunday pages e delle daily strips di una stessa serie per cui alcuni personaggi sono pubblicati talvolta in contemporanea da due editori anche con nomi italiani diversi. Ad esempio Mandrake è pubblicato sia su «L’Avventuroso» (strisce giornaliere) sia su «L’Audace» dell’editore milanese Lotario Vecchi (daily strips). Nessun concorrente riesce ad eguagliare il giornale nerbiniano che deve sicuramente la maggior parte del suo successo all’enorme carica innovativa, sia grafica sia tematica, della saga fantascientifica del Flash Gordon di Moore e Raymond che ospita sin dal primo numero.

La testata del numero 545 di «Topolino» in cui confluiscono le serie pubblicate ne «L’Avventuroso»

Il regime fascista sembra inizialmente tollerare queste pubblicazioni. Le critiche arrivano invece dagli educatori che attuano campagne stampa contro questi “giornalacci” e in particolar modo contro «L’Avventuroso», reo di pubblicare storie avventurose non adatte ai piccoli per il loro carattere poliziesco e fantastico. Nerbini risponde agli attacchi sia chiarendo che il suo giornale non è diretto all’infanzia bensì alla gioventù, sia attuando una serie di controlli preventivi sui materiali americani, facendo rimuovere o occultare i contenuti delle vignette che avrebbero potuto creare problemi con i censori.

Con la trasformazione e il potenziamento del Sottosegretariato per la Stampa e la Propaganda in Ministero della Cultura Popolare, il regime inizia però una stretta sulla carta stampata. Il ministro Dino Alfieri insiste sull’opera di “miglioramento dei periodici per ragazzi” affinché, come scrive in una relazione del 1937, “vengano redatti e illustrati con materiale e con intonazione più confacenti alle sane tendenze della stirpe e alle caratteristiche nazionali del nostro popolo”. Gli editori seguono le direttive solo in parte.

Un numero de «l’avventuroso» dell’editrice Sole del 1973

Nerbini, che oltretutto non possiede una “scuola italiana” del fumetto come quella che ha fondato la Mondadori con Federico Pedrocchi, è conscio che il successo delle sue pubblicazioni è strettamente legato ai fumetti americani; facendo leva sul suo essere “squadrista dal settembre 1920”, cerca più volte di avere un incontro con Mussolini per perorare la causa dei suoi giornali. L’incontro col Duce, nell’agosto 1937, non sembra dare i risultati sperati.

Nel luglio 1938 l’azione della censura si fa più soffocante. Nerbini è costretto a cambiare radicalmente «L’Avventuroso»: nel settembre 1938 sulla prima pagina Flash Gordon è sostituito da I tre di Macallè di Giove Toppi, rievocazione di un episodio della Guerra di Abissinia del 1896, il formato delle tavole a fumetti è ridotto, il periodico infarcito di rubriche di racconti improvvisati che lo rendono praticamente illeggibile. Al crollo delle vendite l’editore risponde facendo riapparire alcuni personaggi americani, utilizzando materiali acquistati in precedenza da Emanuel, parzialmente ridisegnati in modo da poter passare come nuovi e di ideazione italiana. Non viene riproposto però Flash Gordon, troppo riconoscibile e quindi pericoloso.

Il calo delle vendite continua. Il giornale, che con il n. 264 dell’ottobre del 1939 si fonde con «Giungla! Il giornale di Cino e Franco», ha un ultimo vano tentativo di rilancio nell’ottobre del 1941, ma l’intervento americano nella Seconda Guerra Mondiale vanifica definitivamente gli sforzi di Nerbini che, dopo il numero 439 del 28 febbraio 1943, cede la testata a Mondadori. L’editore milanese inizialmente ne tenta un rilancio, ma poi è costretto a cessarne le pubblicazioni dopo appena undici numeri ed a trasferire le storie in corso di pubblicazione su «Topolino» che, dal numero 545, affianca nella sua testata i loghi de «L’Avventuroso» e di «Giungla!» alla principale.

Mario Nerbini sospende l’attività all’inizio del 1944 per poi riprenderla faticosamente a Roma nel Dopoguerra e proseguirla fino alla fine degli anni ’60. La casa editrice di Firenze torna in attività negli anni Settanta con pubblicazioni però riservate al solo ambito degli appassionati di fumetti.

La pubblicazione de «L’Avventuroso» tra il 1934 e il 1938 è un fenomeno che travalica l’editoria per ragazzi, divenendo un autentico fatto di costume ed assumendo il significato di una contestazione generazionale.

Vent’anni dopo la sua scomparsa è proprio il ricordo de «L’Avventuroso» a fungere da traino alla nascita di un nuovo tipo di editoria specializzata in ristampe anastatiche e filologiche in grado di coinvolgere diverse generazioni di appassionati di fumetti. Nel 1973 l’editrice Sole di Milano vara una nuova rivista riprendendo il titolo e la grafica della testata nerbiniana. Questo nuovo «Avventuroso», a causa anche delle proteste degli eredi di Nerbini, ha una durata effimera ma resta un’ulteriore testimonianza di quanto, ad un trentennio dalla cessazione, il nome del giornale sia ancora saldo ed evocativo nella memoria collettiva.

 

Bibliografia di riferimento

 

Elenco dei link in ordine di citazione (il loro funzionamento è stato verificato il 12 ottobre 2014):

 


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