Neri di Gino Capponi
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Nato a Firenze il 3 luglio 1388 da Gino di Neri Capponi e Margherita di Iacopo Nasi ereditava dal padre una posizione di preminenza all’interno del ceto politico della città. Fu avviato all’attività commerciale e nel 1401 si immatricolò all’Arte della Lana, nello stesso tempo come figlio maggiore di uno dei principali esponenti politici, ne seguì subito le orme, (già nel 1406 fu fra gli ostaggi dati a garanzia dell’accordo fra suo padre e Giovanni Gambacorta per la resa di Pisa a Firenze). Nel primo ventennio del Quattrocento affiancò all’attività mercantile e bancaria l’impegno politico e gli incarichi al servizio della città, fu così fra l’altro Ufficiale alle condotte, camarlingo del Comune, capitano di Volterra, podestà di Pistoia, nel 1423 fu estratto per la prima volta fra i Priori. Nel 1424 fu inviato a Roma per ottenere il sostegno di papa Martino V contro Filippo Maria Visconti. In tale occasione – seguendo la linea politica già delineata e teorizzata dal padre nei suoi Ricordi di ricercare buone relazioni con i principali condottieri – strinse un accordo con Braccio da Montone (vanificato poi dalla morte di lì a poco del condottiero all’Aquila) e con Luigi da Sanseverino. Tra il 1429 e il 1434 fu fra i principali dirigenti della politica militare fiorentina nella repressione della ribellione di Volterra e nella guerra contro Lucca, come membro dei Dieci di Balia e commissario presso l’esercito. In tale ruolo ebbe rapporti stretti con i condottieri al soldo di Firenze e in particolare con Niccolò Fortebraccio. Probabilmente proprio il suo ruolo e le relazioni intrecciate gli procurarono l’ostilità di Rinaldo degli Albizzi che nel 1432 gli volse contro il governo fiorentino; ma la condanna in contumacia all’esilio fu revocata non appena Rinaldo lasciò Firenze per affari. Rientrato in città Neri riprese un ruolo politico di primo piano specializzandosi proprio nel seguire le iniziative militari della Repubblica con frequenti e ripetuti soggiorni come commissario presso gli eserciti fiorentini. L’ostilità con Rinaldo degli Albizzi lo portò ad appoggiare Cosimo dei Medici, fece così parte della prima balia medicea e nel 1436 fu Gonfaloniere di Giustizia. Tra 1437 e 1441 fu quasi continuativamente fra i Dieci di Balia, impegnato in missioni diplomatiche o al seguito delle truppe (ad esempio a Genova nel 1438, al campo di Francesco Sforza e poi a Venezia nel 1439 e nel 1440); nel 1440 fu tra i comandanti dell’esercito fiorentino che contrastò le truppe di Niccolò Piccinino e le sconfisse ad Anghiari e in seguito ottenne la resa del conte di Poppi che era passato al nemico (di quest’ultima azione e del suo contesto redasse un resoconto storico-politico, La cacciata del conte di Poppi). Esponente di primo piano del vertice politico, in una posizione di appoggio non subordinato a Cosimo dei Medici, negli anni successivi veniva considerato all’interno e all’esterno come il secondo cittadino di Firenze, fu quindi ancora mediatore fra papa Eugenio IV e Francesco Sforza, ambasciatore a Venezia e al papa Niccolò V, commissario dell’esercito contro le milizie napoletane. Fu però contrario al mutamento di alleanze promosso da Cosimo preferendo la tradizionale alleanza con Venezia al sostegno a Francesco Sforza alla conquista del ducato di Milano. L’ultimo ufficio politico rilevante da lui occupato fu la carica di capitano di Pistoia nel 1453. Morto il 27 novembre 1457. 
Frutto diretto dell’impegno politico attivo di Neri Capponi furono le sue opere storiografiche. Oltre al testo La cacciata del conte di Poppi i ben più ampi Commentari . A lui viene inoltre da molti attribuito anche il testo finale dei Commentari sull’acquisto di Pisa su materiale predisposto dal padre. I Commentari soprattutto, distaccandosi da forme più o meno elaborate di Ricordi diffuse nel ceto politico-imprenditoriale fiorentino, costituiscono una vera e propria opera storiografica in cui la diretta conoscenza e l’esperienza politico-militare personale vengono inserite in una ricostruzione meditata e problematica. Per il loro valore storico oltre che di testimonianza divennero una fonte preziosa sia per la storiografia di poco successiva al Capponi sia per opere più tarde.

Opere
La cacciata del conte di Poppi, i Commentari e i Commentari sull’acquisto di Pisa vennero editi da Ludovico Antonio Muratori nei Rerurm Italicarum Scriptores, XVIII, Milano, 1731.

Studi su Neri di Gino Capponi
Quasi contemporanea al Capponi stesso è la biografia che ne scrisse l’umanista Bartolomeo Platina anch’essa edita dal Muratori nei Rerum Italicarum Scriptores (B. Platina, Vita Nerii Capponi Florentini, R.I.S., 20, Milano, 1731). Notizie storiche sul Capponi come figura politica sono presenti ovviamente in tutte le principali opere storiografiche su Firenze.
Sono invece da segnalare come testi specifici:
I. Masetti-Bencini, Neri Capponi; note biografiche tratte da documenti, «Rivista delle biblioteche e degli archivi», 16 (1905), pp. 91-100, 136-154, 158-174;
M. Mallet, voce Gino Capponi, Neri di in Dizionario biografico degli italiani, XIX, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1977, pp. 70-75.