Giuseppe Toniolo
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Nacque a Treviso nel 1845, da una famiglia della buona borghesia veneta; dopo gli studi primari e liceali presso un collegio religioso, si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Padova. La passione per gli studi lo condusse quindi a rinunciare alla professione notarile per dedicarsi alla carriera universitaria: dapprima assistente alla cattedra di Economia politica, ottenne la libera docenza nel 1873. Fu quindi docente di Economia politica all’Università di Modena e dal 1879 ebbe la stessa cattedra nell’Ateneo pisano, dove avrebbe insegnato fino alla pensione. Negli anni seguenti iniziò ad interessarsi del movimento cattolico e a collaborare con l’Opera dei Congressi, con l’intento di elaborare forme attraverso le quali i cattolici potessero ritrovare un ruolo protagonista nella società italiana; nel 1890, in stretta collaborazione con le gerarchi vaticane, fondò l’Unione cattolica di studi sociali, di cui fu presidente. Riconosciuto come la figura intellettualmente più rilevante del gruppo dei cristiano-sociali, fondò nel 1893 a Pisa la Rivista internazionale di scienze sociali e discipline ausiliarie, e nel 1894, contando sulla nuova temperie aperta anni prima dalla pubblicazione della Rerum Novarum, formulò il primo programma politico cristiano democratico, il Programma dei cattolici di fronte al socialismo. Pur restando sempre al di qua di un vero e proprio coinvolgimento politico, Toniolo fu per decenni animatore di iniziative intellettuali e sociali, quali l’istituzione delle Settimane Sociali e la fondazione della FUCI, nelle quali mantenne un ossequioso rispetto degli orientamenti papali, in dissenso con le figure più dinamiche quali Romolo Murri. Negli anni senili accentuò il carattere moderato e conservatore delle sue posizioni, mantenendo tuttavia desto un profondo interesse per il socialismo sul piano teorico e per le iniziative a favore delle classi operaie e contadine. Morì nella sua casa a Pisa nel 1918, pochi giorni dopo la fine della Grande Guerra.
Interessato fin dal primo insegnamento universitario all’economia in ottica rigorosamente storica, nel solco della scuola tedesca, Toniolo ebbe una costante attenzione all’elemento etico-spirituale come radice dei fenomeni economici: in questa prospettiva orientò i suoi studi alla storia fiorentina, che gli parve esemplare di un percorso comune della vicenda politico-economica e dell’evoluzione spirituale del comune cittadino. Del 1892 è il saggio sui Remoti fattori della potenza politica di Firenze, nel quale proponeva una considerazione dei valori civici, dell’idea fondamentalmente cristiana del lavoro e della comunità come chiave di lettura per il grande problema storico della fioritura di Firenze. Temi che avrebbe ripercorso in forma più ampia e manualistica nella storia delle vicende economiche fiorentine, uscita nel 1898.

Opere
Storia dell’economia sociale in Toscana nel Medio Evo, I. La vita civile-politica, II. La vita economica, Città del Vaticano, Comitato per l’Opera Omnia di G. Toniolo, 1948;
Dei remoti fattori della potenza economica di Firenze nel Medioevo e scritti storici, Città del Vaticano, Comitato per l’Opera Omnia di G. Toniolo, 1950.

Studi su Giuseppe Toniolo
A. Ardigò, Toniolo: il primato della riforma sociale, Bologna, Cappelli, 1978;
C. Violante, Il significato dell’opera storiografica di G. Toniolo nell’età di Leone XIII, in G. Rossini (a cura di), Aspetti della cultura cattolica nell’età di Leone XIII, Roma, 1961, pp. 707-769.