Giovanni Cambi
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Nato a Firenze il 21 settembre 1458. La famiglia derivava direttamente dagli Importuni, casato condannato come ghibellino e grande, attraverso l’adozione del cognome Cambi che si rifaceva a un Nero di Cambio. Il padre di Giovanni, Nero di Stefano, fu personaggio attivo nella politica fiorentina del secondo Quattrocento (fu priore per tre volte, ed anche gonfaloniere di Giustizia nel 1488, oltre a detenere numerosi uffici in città e nel territorio soggetto) e ben collocato nel gruppo dirigente cittadino. 
Giovanni derivò dal padre e dal suo insegnamento un forte rigore morale che lo portarono a una simpatia percepibile nella sua opera per la politica di Savonarola. Tuttavia, contrariamente al padre fu scarso il suo impegno politico diretto, rifiutò infatti spesso gli incarichi per i quali era stato sorteggiato, fu solamente fra gli Ufficiali della Torre nel 1515 e Vicario di Certaldo nel 1529. L’interesse di Giovanni fu principalmente culturale e potremmo dire da “erudito”, la sua passione fu infatti lo studiare, ricercare, copiare, in primo luogo testi religiosi (orazioni, omelie, prediche, salmi), attività cui si affiancò il suo lavoro da storico, anche questo concepito con i caratteri della curiosità erudita. 
Morì a Firenze il 24 aprile 1535.
L’opera di Giovanni Cambi, nata forse come libro di memorie storiche cittadine ad uso privato e familiare ebbe invece una certa fortuna, soprattutto come fonte per storici posteriori, ancor più grazie alla sua pubblicazione sul finire del Settecento all’interno delle Delizie degli eruditi toscani curate da Ildefonso di San Luigi. 
Le Istorie narrano gli avvenimenti di Firenze dal 252 d. C., anno del martirio di s. Miniato, al 1535 in cui morì l’autore. In realtà la parte di effettiva composizione del Cambi è solo quelle dal 1480 in avanti e lui stesso dichiara per il periodo precedente di aver utilizzato un ‘libro antico’. Questo ‘libro antico’ è il Priorista di Pagolo di Matteo Petriboni continuato da Matteo di Borgo Rinaldi che copre gli anni dal 1407 al 1459. La parte più ricca di informazioni delle Istorie è infatti proprio quella dal 1404 al 1459 che sulla falsariga del Priorista contiene anche l’elenco dei priori per ogni semestre. Il Cambi copiò in larghissima parte dal Priorista, tagliando in certi casi, e in pochi altri inserendo notizie e appunti che gli venivano da altre fonti. Con il venir meno della fondamentale fonte del Priorista anche le Istorie si interrompono al 1459 per riprendere solo con il 1480.

Opere
Istorie fiorentine, in Ildefonso di San Luigi (a cura di), Delizie degli eruditi toscani, XX, Firenze, Cambiagi, 1786.

Studi su Giovanni Cambi
F.P. Luiso, Da un libro di memorie della prima metà del Quattrocento, Firenze, 1907;
G. Scaramella, Giovanni Cambi e la prima parte delle sue «Istorie», «Archivio Muratoriano» XVII-XVIII (1916), pp. 407-409;
P. Orvieto,voce Cambi, Giovanni in Dizionario biografico degli italiani, XVII, Roma, 1974, pp. 99-101;
J.A. Gutwirth (ed. by), Introduction, in Pagolo di Matteo Petriboni-Matteo di Borgo Rinaldi, Priorista (1407-1459), Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2001, pp. 4-8.