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Catasto, fiscalità e lotta politica nella Toscana nel XVIII secolo
«Annali di Storia di Firenze», II (2007), pp. 150-183.

L’articolo prende in esame i tentativi compiuti nella seconda metà del XVIII secolo dai Lorena – e segnatamente dal granduca riformatore, Pietro Leopoldo di realizzare nel granducato di Toscana un moderno ed uniforme catasto particellare: quel Granducato che costituisce, com’è noto, uno dei più interessanti e vivaci laboratori o politici di tutto il Settecento europeo. È parso utile tornare su un tema che è stato considerato da svariati autori semplicemente come un caso di ‘riforma fallita’, per cercare di mettere in luce, a seguito anche di nuovi scavi documentari, il ricco quadro delle discussioni e degli schieramenti politici che accompagnarono questo reale o supposto fallimento. Sostanzialmente assente dal dibattito politico negli anni della reggenza lorenese di Francesco Stefano (1737-1765), la questione del catasto emerge all’attenzione nel 1763, ma è con la successione al trono granducale di Pietro Leopoldo che essa diviene il centro di un animato e conflittuale dibattito politico. Sostenuta dalla volontà di riforma del granduca e da un gruppo di suoi collaboratori di orientamento filo-fisiocratico, l’opportunità di procedere ad un complessivo ed uniforme rinnovamento dei catasti pare affermarsi, ed ha inizio dopo molte vivaci discussioni un’intensa sperimentazione in varie parti dello stato. Tuttavia, nonostante i parziali successi ottenuti, l’idea di un nuovo generale catasto viene per molteplici motivi -tra cui primario l’opposizione della classe dei grandi proprietari terrieri fiorentiniabbandonata nel 1785. Ma la vicenda del piccolo laboratorio toscano riflette fedelmente anche il cambiamento di clima del tardo illuminismo europeo. Le difficoltà dell’ assolutismo illuminato, il superamento delle dottrine fisiocratiche ed il diffondersi delle nuove dottrine economiche inglesi concorrono a determinare l’abbandono del progetto di nuovo catasto, che agli occhi dei contemporanei rappresentava il modello di una società fortemente diretta dallo stato.


The Land Register the Tax System and Political Conflicts in 18th-century Tuscany

This article provides a reconstruction of the attempt made to create a single land registry in Tuscany under the house of Lorraine. A period in history during which - as is well-known – Tuscany was one of the most interesting and responsive political laboratories in all of 18th century Europe. In other words, the aim of the article is to explore what has been considered by many authors to be simply an “unsuccessful reform” and bring to light a rich under layer of analyses which accompanied this (real or presumed) failure. Almost entirely absent among the topics of the debate during the years of the Lorraine Regency of Francesco Stefano (1737-1765), the question of the land registry re-emerged in 1763. It then became the centre of a very lively political conflict starting with Pietro Leopoldo’s accession to the Grand Duchy of Tuscany in 1765. Supported by the will of the prince and by some members of his faction with pro-physiocratic tendencies, intense experimentation with the new land registries began in various parts of the State. Yet, despite partial successes, the concept of a general land registry was finally abandoned in 1785. As such, what happened in the small Tuscan laboratory was a faithful reflection of the changing political climate in late Enlightenment Europe. The difficulties faced by absolutisme éclairé, the outdating of physiocratic doctrines, and the spread of a new British economic culture also led to the suspension of the land registry which, in the eyes of contemporaries, represented a social model which was too markedly controlled by the State.


Alessandra Contini (1951-2006), laureata in Lettere moderne presso l’Università di Firenze nel 1978, ha conseguito nel 1984 il diploma di specializzazione in archivistica, paleografia e diplomatica. Dal 1983, per oltre un ventennio ha esercitato la propria attività professionale e di ricerca presso l’Archivio di Stato di Firenze, dove è stata responsabile degli archivi lorenesi insegnando Storia delle istituzioni nella Scuola di archivistica. Dal 1993 al 1995 ha svolto incarichi di insegnamento presso l’Università di Teramo, e dal gennaio 2006 fino alla prematura scomparsa è stata docente di Storia moderna all’Università di Siena. I suoi interessi di ricerca hanno spaziato in numerosi ambiti storiografici: dall’archivistica e storia degli archivi alla storia politica, istituzionale e diplomatica, a quella economica e demografica della Toscana in età moderna, fino all’impegno e alle ricerche degli ultimi anni nell’ambito della storia delle donne. Tra le sue molte e importanti pubblicazioni, il volume su La Reggenza lorenese fra Firenze e Vienna. Logiche dinastiche, uomini e governo 1737-1766, Firenze, Olschki, 2002; Dinastia, patriziato e politica estera: ambasciatori e segretari medicei nel Cinquecento, «Cheiron», XXX (1998), pp. 58-131; Dentro la Reggia. Pitti e Boboli nel Settecento, con O. Gori, Firenze, Edifir, 2004; Carte di donne. Per un censimento regionale della scrittura delle donne, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2005; Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell’«Italia» spagnola, con P. volpini, C. Galasso, F. Martelli, di prossima pubblicazione: Firenze, Edifir, 2007.

Francesco Martelli si è laureato in Lettere moderne nel 1978 presso l’Università di Firenze e diplomato alla Scuola di archivistica, paleografia e diplomatica dell’Archivio di Stato di Firenze. Lavora dal 1983 in questo istituto, dove attualmente è responsabile degli archivi medicei e del coordinamento della Scuola di Archivistica, nella quale insegna Storia delle istituzioni medicee. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Il viaggio in Europa di Pietro Guerrini (1682-1686). Edizione della corrispondenza e dei disegni di un inviato di Cosimo III dei Medici (Firenze, Olschki, 2005); Pescia «capo» della Valdinievole: dinamiche e implicazioni di un ruolo controverso, nel volume Pescia e la Valdinievole. La costruzione di un’identità territoriale curato da A.M. Pult (Firenze, Polistampa, 2006); Padre Arsenio dell’Ascensione, un agostiniano scalzo alla corte di Cristina di Lorena, nel volume di atti del convegno «Le donne Medici», curato da G. Calvi e R. Spinelli (di prossima pubblicazione: Firenze, Polistampa, 2007); Istruzioni agli ambasciatori e inviati medicei in Spagna e nell’ «Italia spagnola» (con A. Contini, P. Volpini, C. Galasso, di prossima pubblicazione: Firenze, Edifir, 2007).


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