Hans Baron
Di:

Nato a Berlino nel 1900, studiò a Lipsia e quindi di nuovo a Berlino, dove si laureò in Storia nel 1922, con studiosi come Werner Goetz, Ernst Troelsch e Werner Jaeger. In particolare da Troelsch trasse, oltre all’interesse per le questioni religiose del primo Cinquecento a cui dedicò i suoi primissimi saggi, una concezione etica della democrazia, maturata nel difficile periodo della Repubblica di Weimar, fondata sull’idea di un afflato comune di libertà che penetri la società civile. Già nei primi anni come assistente, e poi ricercatore presso l’Accademia delle scienze di Monaco, orientò i suoi studi all’umanesimo italiano, e in particolare agli autori del primo umanesimo fiorentino: del 1928 è una prima antologia degli scritti di Leonardo Bruni. All’avvento del nazismo del 1933 lasciò la Germania e visse tra Inghilterra e Italia, finché nel 1938 non si trasferì definitivamente negli Stati Uniti, dove contribuì alla folta e illustre schiera di esuli dalla Germania nazista, cui appartenevano studiosi come Paul Oskar Kristeller e Ernst Kantorowicz. Dagli anni della guerra in poi trapiantò completamente la propria carriera accademica negli USA, di cui divenne cittadino nel 1945, e dove insegnò a lungo nelle Università di New York, Princeton, Chicago fino alla morte nel 1989. Fin dagli studi giovanili ancora in Germania, tutta la ricerca storiografica di Baron si concentrò intorno ad un grande problema, quello del senso e del significato storico dell’Umanesimo nella civiltà occidentale: la sua intepretazione, focalizzata intorno alla storia fiorentina del primo Quattrocento, trova il suo concetto chiave nell’idea di ‘umanesimo civile’: di una cultura cioè che negli esempi più illustri di Coluccio Salutati, Leonardo Bruni, Poggio Bracciolini, Giannozzo Manetti unisce la passione per le lettere alla devozione per gli ideali civici di libertà. Baron elaborò una simile teoria soprattutto nel volume sulla Crisi del primo Rinascimento italiano, nel quale la nascita dell’umanesimo civile è legata alla reazione degli intellettuali fiorentini alla minaccia rappresentata dall’espansionismo milanese del signore-tiranno Giangaleazzo Visconti. Dichiaratamente ispirata al modello delle democrazie occidentali in lotta col nazismo, ma in realtà profondamente debitrice della cultura tedesca tra i due secoli, la lettura di Baron ha rappresentato per molti decenni un punto di riferimento centrale per l’intepretazione della civiltà fiorentina del primo rinascimento, sebbene oggi appaia a molti unilaterale e non priva di forzature.

Opere
Humanistic and political literature in Florence and Venice at the beginning of the Quattrocento. Studies in criticism and chronology, Cambridge, Harvard University press, 1955;
La crisi del primo Rinascimento italiano. Umanesimo civile e libertà repubblicana in un’età di classicismo e di tirannide, Firenze, Sansoni, 1970 (ed. orig. 1955, riveduta nel 1966);
From Petrarch to Leonardo Bruni. Studies in Humanistic and political Literature, Chicago and London, Chicago University Press, 1968;
Petrarch’s Secretum: its making and its meaning, Cambridge, Harvard University Press, 1985;
In search of Florentine civic humanism. Essays on the transition from medieval to modern thought, Princeton, University Press, 1988, I-II voll.

Studi su Hans Baron
R. Fubini, Una carriera di storico del Rinascimento: Hans Baron, in Id., L’umanesimo italiano e i suoi storici. Origini rinascimentali – critica moderna, Milano, Angeli, 2001, pp. 277-316;
A. Molho, J.A. Tedeschi (ed. by), Renaissance. Studies in honour of Hans Baron, Firenze, Sansoni, 1971 (con una bibliografia degli studi di Baron per il periodo 1924-1969).