Bartolomeo del Corazza
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Bartolomeo di Michele del Corazza, appartenente a una apprezzata famiglia di vinattieri, nacque a Firenze nel 1381. Egli stesso dichiara la propria età in due occasioni: nell’occorrenza della sua immatricolazione nell’Arte dei Vinattieri, il 26 marzo1404, quando confessa di avere 23 anni e nella sua portata al Catasto del 1427, quando afferma di avere 46 anni. Fu molto attivo e impegnato nella vita dell’Arte, della quale fu Consigliere cinque volte, dal 1406 al 1434 e Console ben dodici volte, a partire dal 1408. Nel suo Diario nomina solo la sua elezione del 1410, quando menziona il “desinare di consolato” che egli offrì a quattordici eminenti figure della sua corporazione. Nel dicembre 1430 fece parte di un consiglio di Richiesti quando arrivò a Firenze la notizia della disfatta fiorentina nell’assedio a Lucca. Dal 1434 fino alla morte non ricoprì ulteriori incarichi all’interno dell’Arte dalla quale si stava distaccando. Nel Catasto del 1433 si presenta come “attore” della magistratura dei Pupilli, specie di procuratore incaricato di amministrare il patrimonio di minori o adulti sottoposti a tutela e nel 1442 si qualifica “veditore alle Gabelle delle Porte”. L’attività all’interno dell’Arte dei Vinattieri fu comunque proseguita dal figlio Michele, immatricolato sin da bambino, nel 1427.

Bartolomeo possedeva un podere in Mugello, nel popolo di S. Michele a Lucignano, che confinava coi Frati del Bosco, e una vigna a S. Bartolomeo a Gagliano, confinante con Giovanni di Bicci de’ Medici.

Dal Diario risulta sposarsi il 15 maggio 1412 con monna Giovanna, della quale non si conosce il casato e che dovette morire nel giro di pochi anni. Nel Catasto del 1427 la sua famiglia appare quindi composta dalla seconda moglie, monna Iacopa, e da tre giovanissimi figli, Michele (allora di 6 anni e ½), Piero e Antonio, non più nominato nel Catasto seguente nel quale compare una ulteriore figlia di due anni, Nanna.

Bartolomeo abitò sempre nel quartiere di San Giovanni ma cambiò più volte abitazione, spostandosi da via Fiesolana a via del Cocomero, per muoversi, negli ultimi anni di vita, in una casa in affitto nel popolo di Santa Maria Maggiore, nella quale morì nell’aprile 1449, di mal di “gocciola”.

Il Diario è conservato in due copie incomplete e molto diverse tra loro, una custodita presso la Biblioteca Estense di Modena e l’altra presso la Biblioteca Nazionale di Firenze. Il manoscritto fiorentino riporta soprattutto notizie della biografia dell’autore, ricordi personali e ricordi di feste, giostre e cortei tenutisi a Firenze per varie ricorrenze pubbliche mentre il manoscritto estense si sofferma su avvenimenti politici e diplomatici che interessavano la città.

Opere

Istorie di Firenze. Dall’anno 1406 fino al 1438, a cura di L. A. Muratori, in Rerum Italicarum Scriptores, Mediolani, 1731, t. XIX, pp.745-983.

Giuseppe Odoardo Corazzini, Diario fiorentino di Bartolomeo di Michele del Corazza. Anni 1405-1438, «Archivio Storico Italiano», serie 5a, XIV, (1894), pp. 233-298.

Bartolomeo del Corazza, Diario fiorentino (1405-1439), a cura di Roberta Gentile, Roma 1991.

Opere su Bartolomeo del Corazza

G. Pampaloni, voce Bartolomeo di Michele del Corazza, in Dizionario Biografico degli Italiani, VI, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1964, pp.730-731.