Cesare Guasti
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Nato a Prato nel 1822, in gioventù accompagnò gli studi con la collaborazione presso la piccola tipografia del padre; intensa fu la sua educazione religiosa, da cui trasse una profonda spiritualità cristiana che l’avrebbe sempre caratterizzato: dal 1842 fu terziario francescano. Già negli anni giovanili si avvicinò agli ambienti liberali, e si appassionò quindi alla storia delle piccole patrie cittadine, intese – con l’ispirazione tra gli altri di Niccolò Tommaseo – come saldo modello politico e spirituale per la nascente Nazione unita. I suoi primi lavori eruditi furono dedicati a Prato, ma presto si volse alle vicende fiorentine, alle quali peraltro lo conduceva il coinvolgimento entusiasta negli eventi del ‘48: si allontanò comunque dal governo provvisorio per dissenso con gli accenti democratici e neoghibellini di Guerrazzi, Mazzoni  e Montanelli. Nello stesso anno 1848 fu assunto come archivista dell’Opera del Duomo, e iniziò a lavorare ad una imponente raccolta di documenti sulla cupola e il cantiere di Santa Maria del Fiore, che avrebbe concluso solo molti anni più tardi. Intense furono le sue relazioni con il gruppo dell’Archivio storico italiano, in un certo senso culminate con la collaborazione alla Storia di Firenze del Capponi. A partire dal 1852 fu assistente presso il regio Archivio di Stato di fresca istituzione, presso il quale curò in particolare il fondo delle Riformagioni: negli anni di malattia di Bonaini resse di fatto la direzione dell’Archivio, del quale fu infine sovrintendente nel 1874. Ancor oggi si consultano attraverso gli inventari del Guasti le serie fondamentali dei Manoscritti Torrigiani e di parte delle Carte Strozziane; altrettanto fondamentali i lavori di regestazione e trascrizione di documenti, specialmente con I Capitoli  e le Commissioni di Rinaldo degli Albizzi. Vasta fu anche la sua produzione storico erudita, nella quale riversò una sincera passione per la storia repubblicana del Comune contrapposta alla decadenza medicea; un interesse altrettanto duraturo fu quello per Savonarola, che considerò non soltanto un santo, ma anche un modello spirituale per la riforma della Chiesa, entrando così nella vivace polemica tra studiosi cattolici e non sulla figura del frate. Morì a Firenze nel 1889.

Opere
Opere, a cura di, L. Ciulli, I. Del Lungo, Prato e Firenze, 1894-1912, 7 voll.;
Carteggi di Cesare Guasti, a cura di F. De Feo, Firenze, 1970-1987, 11 voll.;
La cupola di Santa Maria del Fiore illustrata con i documenti dell’Archivio dell’Opera, Firenze, 1857;
Le poesie di fra Gerolamo Savonarola, Firenze, 1862;
Capitoli del comune di Firenze, I., Firenze, Galileiana, 1866;
Commissioni di Rinaldo degli Albizzi per il comune di Firenze dal 1399 al 1433, Firenze, 1867-1873, 3 voll.;
Lettere di una gentildonna fiorentina del secolo XV ai figlioli esuli, Firenze, 1877;
Il sacco di Prato e il ritorno dei Medici in Firenze nel 1512, Bologna, 1880;
S. Maria del Fiore. La costruzione della chiesa e del campanile secondo i documenti tratti dall’Archivio dell’Opera secolare e da quello di Stato, Firenze, 1887.

Studi su Cesare Guasti
F. De Feo (a cura di), Bibliografia di Cesare Guasti, Roma, 1992;
L. Draghici (a cura di), Studi in onore di Cesare Guasti, I, Prato 1994; II, B. Gherardini (a cura di), Prato, 1991;
Z. Ciuffoletti, voce GuastiCesare in Dizionario biografico degli italiani, LX, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 2003, pp. 501-505.