Armando Sapori
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Nato a Siena nel 1892, Armando Sapori si laurea presso la locale Facoltà di Giurisprudenza con una tesi in diritto penale discussa nel 1919. Due anni dopo diviene funzionario dell’Archivio di Stato di Firenze: è l’evento che cambia totalmente la sua vita. Il passo da archivista a storico di vaglia è sorprendente. Con rapidità e acutezza critica si familiarizza con la documentazione economico-patrimoniale conservata in alcuni fondi già appartenenti ad archivi familiari fiorentini: libri contabili soprattutto ma anche ricordanze personali, entrambe redatti in volgare toscano. Presto si delinea in Sapori l’attitudine a indagare il mondo dei mercanti-banchieri internazionali che fece grande Firenze nell’Europa tra Due e Trecento. Frescobaldi, Peruzzi, Bardi, del Bene, Alberti e altri ‘colossi aziendali’ dell’epoca vengono analizzati grazie alla superstite documentazione contabile (i più significativi esemplari saranno pubblicati in accurate e prestigiose edizioni), con l’ausilio complementare dei fondi notarili, degli atti delle corporazioni di mestiere e delle cronache cittadine. Il mercante diviene così la lente di ingrandimento per comprendere la storia economico-sociale (e persino politico-culturale) di Firenze, della Toscana, e dell’intera Italia durante i secoli del basso Medioevo: una sorta di imprenditore ‘schumpeteriano’, capace di unire all’ardimento e allo spirito d’impresa uno spiccato amore per la propria patria e una forte vocazione al mecenatismo culturale ed artistico. «Lo Stato siamo noi» è l’affermazione che Sapori metterà in bocca ai suoi mercatores sulla scorta della celebre frase di Luigi XIV.
Nel 1932, dopo aver dato alle stampe numerosi articoli e due importanti monografie, ottiene la cattedra di storia economica presso l’università di Ferrara. Nel 1935 sarà chiamato a ricoprire lo stesso insegnamento presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’ateneo fiorentino. Dal 1952 è Magnifico Rettore dell’Università Commerciale L. Bocconi di Milano. Viene invitato a numerosi convegni in Europa, tiene lezioni alla Sorbona sulla figura del mercante italiano medievale che verranno poi pubblicate in lingua francese e successivamente in italiano. In queste occasioni matura la convinzione, poi ribadita per iscritto, che per Firenze (e per la Toscana, se non addirittura per l’Italia intera) il vero Rinascimento economico-sociale e quindi anche culturale debba ricercarsi nei secoli XIII e XIV, caratterizzati dall’attività pionieristica e dal fervore degli uomini d’affari, più che nei due successivi segnati viceversa dal ristagno economico, dal raffreddamento dello spirito imprenditoriale e dal dirottamento dei capitali mercantili verso la terra e l’area della rendita. I successi accademici si accompagnano, nel secondo dopoguerra, all’impegno politico. Dal 1946 al 1951 è consigliere comunale a Firenze eletto come indipendente nelle liste del Partito Comunista, dal 1948 al 1953 è Senatore del Fronte Popolare.Armando Sapori si spegne il 6 marzo del 1976.

Opere
La crisi delle compagnie mercantili dei Bardi e dei Peruzzi, Firenze, Olschki, 1926;
Una compagnia di Calimala ai primi del Trecento, Firenze, Olschki, 1932;
Les marchands italien au moyen-âge: conferences et bibliographie, Paris, Armand Colin, 1952
Studi di storia economica, Firenze, Sansoni, 1967, 3 voll.;

Studi su Armando Sapori
A. Torcini (a cura di), Ricordo di Armando Sapori. Scritti su un uomo di pace, Firenze, Biblioteca «Armando Sapori», 1986;
Sapori ha scritto due autobiografie: Mondo finito, Roma, Leonardo, 1946 e Cose che capitano, Milano, Cisalpino, 1971.